Dott. Claudio Cordani

Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica

Un laser per eliminare il sudore ascellare

L’iperidrosi, o sudorazione eccessiva, è causata dalla iperfunzione delle ghiandole preposte alla produzione di sudore. Interessa una percentuale elevata di persone, sia uomini che donne.

Generalmente ha origini costituzionali, ma soprattutto psicologiche ed emotive; la stagione climatica ha infatti scarsa influenza sul fenomeno. Ansia e nervosismo possono aggravare il disturbo.

L’iperidrosi ascellare crea spesso forte imbarazzo nelle persone che ne soffrono per la fastidiosa formazione di aloni sui tessuti sia scuri che bianchi, questi ultimi dovuti alla composizione salina del sudore.

Per risolvere tale fastidioso problema, a livello delle mani e dei piedi si impega generalmente con buona efficacia la tossina botulinica, che però ha una durata limitata di pochi mesi, mediamente sei.

A livello delle ascelle, in sostituzione alla tossina botulinica, può essere impiegato l’innovativo trattamento con il laser.

In anestesia locale, attraverso una piccolissima incisione che non necessita nemmeno di punti di chiusura, si introduce a livello ascellare la fibra laser del diametro di 0,6 mm. che provoca lo scioglimento del tessuto sottocutaneo all’interno del quale sono contenute la ghiandole sudoripare, provocandone la loro distruzione in maniera definitiva e permanente.

Il risultato è immediato, modulabile individualmente su ciascun paziente e durevole nel tempo.

L’intervento ambulatoriale consente la ripresa del lavoro (purchè non eccessivamente gravoso) già dai primissimi giorni successivi in quanto il gonfiore e il fastidio post trattamento sono modesti.

Infine, un ulteriore vantaggio particolarmente gradito alle pazienti di sesso femminile è la possibile scomparsa completa o il diradamento dei peli ascellari, per la contemporanea distruzione dei bulbi piliferi insieme alle ghiandole sudoripare.

Per chi desidera quindi risolvere in maniera efficace e durevole il problema dell’iperidrosi ascellare, il trattamento con endolaser a diodo rappresenta la soluzione vincente.

Punturine per tutti: attenzione alle fiale

Troppo frequentemente si apprende dalla stampa di trattamenti iniettivi a fini estetici eseguiti con prodotti non sicuri per la propria salute.

Tutti i trattamenti debbono essere eseguiti esclusivamente da personale medico qualificato, meglio se in possesso della specializzazione in Chirurgia Plastica ed Estetica, che possa garantire la sicurezza del prodotto impiegato e la correttezza delle indicazioni.

Ci riferiamo ai filler riempitivi, ai biorivitalizzanti e alla tossina botulinica, tutti prodotti che devono rispondere ad apposite normative ed essere registrati presso il Ministero della Salute. E’ sufficiente inserire sul sito il nome commerciale del prodotto e verificarne la registrazione nell’Elenco dei dispositivi medici impiantabili attivi.

Un serio professionista dovrà assicurare a tutti i pazienti, oltre all’impiego di prodotti certificati, non provenienti per esempio da mercati potenzialmente “a rischio” come quello cinese, anche che i trattamenti vengano eseguiti in ambienti autorizzati e con scrupolosa igiene.

Le fiale o le siringhe risultano sempre confezionate singolarmente; devono essere sigillate ed essere aperte davanti al paziente.

A completa tutela del paziente il medico deve sempre consegnare l’etichetta identificativa che riporta chiaramente il nome del prodotto, la data di scadenza e il numero del lotto, generalmente posta sulla confezione esterna o incollata direttamente sulla siringa.

Tutti i prodotti di qualità certificata hanno un costo; per tale motivo è consigliabile diffidare di trattamenti troppo economici.

In questi casi é buona norma accertarsi preventivamente da chi venga effettuato il trattamento (si ricorda che i laureati in Odontoiatria e non in Medicina e Chirurgia ad oggi sono autorizzati a praticare terapie di medicina estetica esclusivamente a livello periorale) e del nome del prodotto che verrà iniettato.

Il ringiovanimento del volto: incontri informativi

   In collaborazione con il Centro Diagnostico San Nicola nell’ambito della iniziativa “Giornate in Rosa” nel mese di aprile e maggio verranno effettuati presso le sedi di Castellanza, Tradate e Varese degli incontri informativi di Medicina e Chirurgia Estetica aventi come tema il ringiovanimento del volto.

   Tale iniziativa ha lo scopo di fornire una sintetica panoramica delle varie metodiche e opportunità che la Medicina e Chirurgia Estetica offrono nel produrre un miglioramento dell’aspetto del viso, rispondendo alle richieste specifiche delle pazienti attraverso colloqui individuali.

   Gli incontri saranno effettuati nella giornata di venerdì 19 aprile nelle sedi di Castellanza e Tradate e in data 3 maggio presso la sede di Varese, con disponibilità limitata di accessi, previa prenotazione presso la segreteria dei rispettivi centri.

La Rizoartrosi

La rizoartrosi è una patologia degenerativa di natura artrosica che coinvolge selettivamente la base del pollice a livello della articolazione trapezio-metacarpica.

Colpisce prevalentemente i pazienti di sesso femminile con maggiore incidenza intorno alla quinta-sesta decade di vita. La causa è principalmente dovuta a fattori genetici; le attività usuranti per le superfici articolari a livello della mano e la malattie autoimmunitarie rappresentano un fattore aggravante di rischio.

La rizoartosi si manifesta con un dolore, che il paziente riferisce precisamente localizzato alla base del pollice, scatenato dai movimenti, e che porta progressivamente alla perdita della capacità di compiere gesti comuni nelle attività quotidiane come aprire una bottiglia, girare una chiave o strizzare uno straccio. Nel tempo all’aumentare del dolore e del deficit funzionale si somma la deformazione digitale, che si manifesta in corrispondenza del lato dorsale della base del pollice.

La diagnosi è fondalmentalmente clinica, cui segue una indagine radiografica per confermare il grado di degenerazione ossea.

La terapia della rizoatrosi nelle prime fasi è di tipo conservativo, per mantenere sotto controllo il dolore. L’impiego di speciali tutori digitali, unitamente alla terapia antiinfiammatoria e fisica (TECAR, Ultrasuoni, Ionoforesi) permette di attenuare la sintomatologia dolorosa, senza però arrestare il decorso della malattia.

Nelle fasi più avanzate, quando il dolore e la difficoltà a svolgere molte delle comuni attività manuali diventano limitanti, si rende necessario l’intevento chirurgico.

In base alla mia esperienza, non è tanto il grado di compromissione ossea evidenziata dalla radiografia a consigliare l’intervento chirurgico, quanto il dolore e il deficit manuale riferito dalla paziente.

L’intervento chirurgico che per esperienza considero il più efficace e che pratico abitualmente è la artroplastica. Ha come obiettivo quello di eliminare il dolore e di conservare la completa funzionalità del pollice. Consiste nella rimozione del trapezio artrosico e nella conservazione della ampiezza articolare mediante l’utilizzo di proprio materiale biologico, senza quindi fare uso di protesi.

Il gesto chirurgico è risolutivo e stabile nel tempo. Viene eseguito in anestesia loco-regionale in day-surgery.

Dopo un periodo di immobilizzazione del pollice di quattro settimane, per consentire la guarigione dei tessuti, viene incoraggiata la ripresa graduale di tutte le attività, insieme a una rieducazione fisioterapica in grado di accelerare la completa ripresa funzionale.

Il segreto è nella naturalezza

La chirurgia e la medicina estetica nell’immaginario comune rappresentano talvolta un metodo o un sistema per sfuggire all’inesorabile progredire degli anni e al conseguente invecchiamento.
L’incessante e a volte inarrestabile ricerca della giovinezza perenne rischia di produrre quegli artefatti che spesso ci capita di osservare in alcuni noti personaggi o anche nelle persone comuni che non riescono ad accettare il graduale invecchiamento e si ostinano pervicacemente a rincorrere qualcosa che non tornerà più.
Per questo bisogna pensare che la chirurgia e medicina estetica sappiano produrre solo inquietanti maschere un po’ tutte uguali (e che non trovano quasi corrispondenza in natura), dove l’opera del Medico sia tragicamente osservabile?
Assolutamente non è così.
Molti di questi infelici risultati spesso causano nelle persone comuni, desiderose di ottenere solo un ragionevole miglioramento del proprio aspetto, insicurezza rispetto al risultato ottenibile e provocando il timore di trasformarsi in ridicole parodie di se stessi.
Io so, per esperienza, che il modo migliore per rendere un buon servizio ai pazienti è quello di consigliarli e guidarli lungo un percorso corretto, dove lo scopo sia quello di migliorare armoniosamente i difetti e i segni del tempo, senza cedere all’esagerazione nel soddisfare le loro aspettative.
Quindi si a un aumento di volume del seno, ma che risulti naturale conservando la fisiologica forma e la caratteristica morbidezza.
Per il volto, trattamenti mirati alle labbra e agli zigomi in grado di restituire volume e pienezza, senza però alterare in maniera grottesca l’aspetto personale. Botulino e riempitivi delle rughe utilizzati solo dove necessario e con sapienza, senza produrre i tipici volti senza espressione, conseguenza di un utilizzo eccessivo. Privilegiare, quando possibile, solo i trattamenti poco invasivi come il laser resurfacing per levigare la pelle o la nuovissima ridensificazione cutanea, in grado di restituire luminosità e pienezza alla cute del volto, del collo e del décolleté. Non dimenticando anche le mani, che sempre rischiano di svelare la età. Quindi cancellazione delle macchie con laser Q-switched e ristrutturazione con lipofilling e ridensificazione cutanea.
E in caso di ricorso alla chirurgia, naso e palpebre dovranno avere un aspetto “naturale” senza produrre artefatti posticci che rivelino il passaggio del Chirurgo. Per la risospensione dei tessuti e la ridefinizione dei profili del viso o del collo, mini-lifting o soft-lift con fili di sospensione, in grado di assicurare una rapida ripresa delle attività.
In conclusione, la filosofia corretta e vincente prevede interventi mirati, poco invasivi e in grado di produrre risultati perfettamente naturali.

Conosciamo e combattiamo i tumori cutanei

La maggior parte delle neoformazioni cutanee che insorgono durante la vita sono fortunatamente lesioni benigne.
Nella pratica clinica quotidiana mi imbatto però con sempre maggior frequenza in lesioni precancerose o francamente maligne. Ciò è sicuramente dovuto alla maggiore attenzione dei pazienti a sottoporsi a controlli specialistici e al reale incremento di queste patologie, causato sia dal prolungamento della vita media, sia dall’effetto nocivo a lungo termine dei raggi solari, responsabili (o meglio co-responsabili) dell’insorgenza dei tumori cutanei.
E’ per questo motivo che ben l’85% dei tumori cutanei compaiono a livello cute del volto, ponendo particolari problemi ricostruttivi per le neoformazioni insorte su aree specifiche come palpebre, sopracciglia, orecchie, naso e labbra.
In queste sedi, la asportazione di apparentemente piccole lesioni, anche di pochi millimetri, può causare inaccettabili difetti funzionali, morfologici ed estetici. L’opera del chirurgo plastico, soprattutto a livello del viso, ha come scopo quello di ottenere una guarigione con il minor deficit estetico possibile.
Non tutte le lesioni cutanee devono comunque essere asportate. Deve essere posta la indicazione chirurgica solo per le lesioni maligne e per quelle neoformazioni sospette o a rischio. Le lesioni pigmentate (nei) non devono essere sempre asportate, ma solo in seguito una accurata visita specialistica.
Le lesioni maligne più frequenti sono l’epitelioma basocellulare, il carcinoma a cellule squamose (spinalioma), il melanoma e i meno comuni tumori degli annessi cutanei.
L’epitelioma basocellulare è il tumore cutaneo più frequente (circa il 50% di tutti i tumori cutanei). Compare prevalentemente dopo i 55 anni, dove si manifesta nel quasi nel 60% dei maschi. E’ oramai considerato una tumore a malignità locale, dato che le metastasi sono eccezionali.
L’epitelioma spinocellulare rappresenta il 25-30% di tutti i tumori cutanei. Colpisce prevalentemente i pazienti di sesso maschile con un picco di comparsa tra i 50 e i 70 anni. Possiede una elevata tendenza alla crescita con un rapido sviluppo in profondità, con propensione alla diffusione principalmente per via linfatica.
Il melanoma cutaneo è la neoplasia cutanea maligna più sfavorevole, con un elevato aumento di casi negli ultimi decenni. In Italia, in entrambi i sessi, si registra una tendenza all’aumento nelle persone più giovani, tra i 35 e 44 anni. Se aggredito tempestivamente e inserito in un preciso programma terapeutico, il melanoma cutaneo viene sconfitto.
Per tutte queste lesioni tumorali il protocollo clinico è rappresentato dalla asportazione chirurgica e dal contestuale gesto plastico ricostruttivo, avente lo scopo di minimizzare gli esiti cicatriziali. Tutte le lesioni così asportate devono essere sempre analizzate istologicamente.
Anche se sono interessate ampie aree, a livello del volto la quasi totalità degli interventi vengono generalmente eseguiti in anestesia locale senza necessità di ospedalizzazione, con maggiore comfort da parte del paziente.
La meticolosa opera di prevenzione, la tempestiva asportazione chirurgica e la accurata opera del chirurgo plastico consentono di sconfiggere la malattia con minimi esiti cicatriziali.

App e salute

In maniera sempre più diffusa stanno avendo successo le applicazioni per smartphone che promettono di fornire rapidamente, a poco prezzo, o addirittura gratuitamente, una valutazione attendibile riguardo il rischio che una lesione cutanea sia riconducibile o meno a un melanoma maligno.

La rivista Jama Dermatology ha verificato l’attendibilità dei loro risultati. Lo studio ha rivelato che   3 delle 4 applicazioni esaminate sbagliano nel classificare le neoformazioni cutanee in almeno il 30% dei casi.

Un gruppo di studio dell’Università di Pittsburgh, ha misurato la sensibilità, la specificità e il valore predittivo positivo e negativo delle quattro più diffuse “app” per smartphone, impiegando quasi 200 immagini di neoformazioni cutanee, sia benigne che maligne.

Il valore di corrispondenza migliore è stato ottenuto dalla applicazione che invia per valutazione l’immagine scattata dallo smartphone a uno specialista dermatologo. Il valore peggiore è stato ottenuto dalle applicazioni che usano algoritmi automatizzati per l’analisi delle immagini.

Esaminando i risultati ottenuti, si tratta complessivamente di un livello di imprecisione estremamente elevato. Nonostante gli avvisi contenuti nelle “app”, molti utilizzatori possono quindi essere indotti a fare a meno del parere medico e, alla luce dei risultati emersi dallo studio,  esporsi al rischio di una diagnosi errata con gravi conseguenze per la propria salute.

La ridensificazione cutanea: trattamento innovativo per ridonare luminosità alla pelle

La ricerca e l’innovazione scientifica hanno creato un nuovo ed efficace prodotto in grado di contrastare i segni dell’invecchiamento cutaneo e ridonare alla pelle nuova giovinezza.

Il trascorrere del tempo, l’azione dei raggi solari, le incorrette abitudini di vita sono tutti fenomeni che accelerano lo stress ossidativo cellulare e che concorrono al peggioramento dell’aspetto della pelle del volto, del collo e del décolleté.

Ciò si traduce nella comparsa del rilassamento cutaneo, nella perdita dei volumi del viso, nell’assottigliamento della cute e nella perdita di idratazione cutanea.

Più la cute è matura, più risultano visibili i solchi e le rughe cutanee con la alterazione della sua struttura originaria. L’effetto finale di questa modificazione di aspetto è quello di ridurre la capacità della pelle di riflettere la luce. Il viso appare così meno luminoso e più stanco, sulla cute del collo compaiono le rughe orizzontali e a livello del décolleté la pelle assume il caratteristico  aspetto grinzoso.

I trattamenti di medicina estetica sino a ora disponibili (filler di acido jaluronico, botox, laser resurfacing, PRP), pur efficacissimi se correttamente impiegati per le loro indicazioni, non sono in grado di agire profondamente a livello della ristimolazione cutanea e dermica.

L’impiego di un nuovo prodotto, composto da un mix di acido jaluronico e sostanze dermo ristrutturanti in grado di indurre la rigenerazione cellulare, di stimolare la protezione antiossidante e di promuovere la reidratazione cutanea, ha come effetto quello di rendere più levigata la cute, più omogeneo l’incarnato e di eliminare le zone d’ombra del volto, di attenuare le rughe orizzontali del collo e di migliorare l’area del décolleté con un vera e propria azione di ridensificazione della pelle.

Il trattamento innovativo (light filling™) consiste in microiniezioni superficiali a livello delle aree selezionate. Il risultato è immediatamente visibile sia per quanto riguarda l’aspetto della pelle e per la restituita luminosità del viso, sia per la attenuazione delle rughe cutanee, in particolar modo a livello del collo e del décolleté, aree queste sino ad ora di difficile soluzione.

Il trattamento è sicuro, visibilmente efficace, rapido, semplice, ottimamente tollerato che permette la immediata ripresa delle proprie attività e si aggiunge validamente alle altre metodiche attualmente in uso, apportando un reale concetto innovativo nel trattamento dell’invecchiamento cutaneo. 

La sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale rappresenta una delle cause più frequenti di comparsa di dolore alle mani.

E’ causata dalla compressione meccanica del nervo mediano a livello del suo passaggio al polso.

Può comparire in qualsiasi periodo dell’età adulta, ma ne sono affetti prevelentemente individui di sesso femminile con una maggiore frequenza a partire dalla quarta decade di vita.

L’origine può essere locale (tenosinoviti, lipomi, cisti, calli ossei), sistemica (tendenza alla formazione edemi, come durante la menopausa, la gravidanza o l’ipotiroidismo), o idiopatica. Il diabete, in quanto favorente la neuropatia, risulta una aggravante del quadro sintomatologico. Generalmente risultano colpite entrambe le mani, con prevalenza della mano dominante.

La sindrome del tunnel carpale si manifesta con una serie di chiari sintomi che vengono precisamente riferiti dai pazienti: parestesie (sensazione di corrente) a livello delle dita, dolore alla mano, perdita di forza, affaticamento precoce della mano, diminizione o scomparsa della sensibilità alle dita, caduta di oggetti dalle mani, frequenti risvegli notturni causati dal dolore, talvolta irradiato sino alla spalla.

La visita specialistica accurata consente di porre la diagnosi precisa e di valutare la presenza di eventuali patologie concomitanti. L’esecuzione di un esame specifico (elettromiografia) permette di confermare con certezza il sospetto diagnostico.

La terapia, nella fase iniziale e nelle forme molto lievi, è medica mediante l’utilizzo di farmaci antinfiammatori e neurotrofici, associati al riposo e alla immobilizzazione temporanea del polso.

In fase conclamata o avanzata la terapia è necessariamente chirurgica. L’intervento viene effettuato in anestesia locale ed è completato in una decina di minuti con estremo comfort da parte del paziente.

La decompressione del nervo mediano viene raggiunta attraverso una mini incisione cutanea di 2 centimetri al polso, in corrispondenza della piega palmare. Il paziente può raggiungere il proprio domicilio in tranquillità al termine dell’intervento.

La mobilizzazione della mano è incoraggiata da giorno stesso dell’intervento; un leggero bendaggio della mano è mantenuto per una settimana; i punti di sutura vengono rimossi con il lavaggio della mano dopo una decina di giorni.

L’intervento è risolutivo: la sintomatologia dolorosa che affligge la mano e l’intero arto superiore scompare generalmente già dal giorno stesso dell’operazione, la ripresa della forza e della sensibilità avviene gradualmente nelle settimane successive ed è strettamente dipendente dal grado di compromissione nervosa instauratasi in seguito alla lunga compressione.

Nelle gravi forme trascurate, presenti da lungo tempo, dove sia già presente un importante deficit di forza associata a paralisi muscolare, può rendersi necessario un gesto chirurgico aggiuntivo in grado di ripristinare il movimento di opposizione del pollice mediante la trasposizione di un tendine della mano.

Più giovani con il soft lifting senza cicatrici

Quante volte ci siamo soffermati di fronte allo specchio, sollevando le guance con un dito o stirando la cute del collo  per osservare come cambiava il nostro aspetto?

Sino a non molto tempo fa, spesso dopo frustranti, costosi e inefficaci tentativi con diversi prodotti cosmetici, per ottenere un simile risultato, era necessario sottoporsi a un lungo, invasivo, complesso e oneroso intervento chirurgico.

Ora, invece, questo risultato può essere efficacemente ottenuto con la semplice introduzione a livello del tessuto sottocutaneo profondo di alcuni fili di sospensione.

Questi fili, estremamente sottili e della stessa consistenza del tessuto umano, vengono introdotti, secondo necessità, dalla regione temporale, dalla fronte o attraverso la cute dietro le orecchie per fissarsi profondamente in corrispondenza del tessuto sottocutaneo delle guance, del sopracciglio o del collo. La loro trazione verso l’alto e il successivo aggancio stabile alle strutture profonde in  corrispondenza delle zone di inserimento, consente quindi di ottenere il sollevamento stabile e duraturo dei tessuti rilassati e appesantiti dal tempo.

Si potrà così immediatamente ottenere la scomparsa del doppio mento, la definizione del profilo mandibolare, il sollevamento e la distensione della pelle delle guance e il sollevamento del sopracciglio.

Il trattamento viene eseguito ambulatorialmente, in breve tempo e in maniera indolore,  non necessita di medicazione e permette una pressoché immediata ripresa delle proprie attività sociali.

I fili impiantati sono perfettamente biocompatibili e assolutamente non avvertibili sia visivamente che al tatto; in breve vengono “integrati” dai tessuti comportandosi come veri e propri legamenti di sospensione naturali che consentono il mantenimento dell’effetto nel tempo.

La mini invasività della metodica e il rispetto dei tessuti permettono di ottener risultati estremamente naturali e duraturi evitando anche quegli effetti del tutto innaturali che molto spesso ci capita di vedere e che rendono evidente il “passaggio” del chirurgo.